Diviso nelle sue sottospecie (Rupicapra alpina, asiatica, balcanica, cartusiana, carpatica, caucasica e tattica), il camoscio predilige maggiormente le zone che si trovano al di sopra del limite della vegetazione arborea, tra i 1000 ed i 3000m s.l.m. Le zone con bassa vegetazione e particolarmente rocciose costituiscono il suo habitat ideale, anche se non disdegna di vivere nelle alte foreste di conifere o di latifoglie dove si ritira nei mesi invernali ad altitudini che raggiungono, talvolta, anche i 500m s.l.m. Potremo quindi dire che le sue preferenza variano tuttavia seconda delle stagioni: nei mesi invernali, il camoscio preferirà certamente le zone più soleggiate dei boschi dove la vegetazione è più rada, come, ad esempio, i boschi di larice; mentre, nei periodi in cui la neve non occupa i suoi abituali territori, preferirà le terre meno assolate delle praterie alpine d'alta quota o le fresche zone al limite dei nevai. Particolare è invece la scelta del luogo da parte delle femmine in procinto di partorire; infatti, a differenza dei loro simili che tendono a spostarsi verso quote più alte, le femmine gravide scelgono zone poco accessibili, pendii particolarmente ripidi e, talvolta, veri e propri strapiombi come luoghi in cui dare alla luce il proprio piccolo.
Alcuni studiosi, notando la tendenza dei branchi trasferirsi in zone boscose per ripararsi in periodi di forti pioggia o vento, hanno anche ipotizzato che la scelta dell'habitat non sia solo frutto dei cambiamenti climatici, ma derivi anche da alcune 'valutazioni' pratiche tra cui la disponibilità di cibo e la presenza di un numero maggiore di vie di fuga in caso di necessità. Molti, poi, sono propensi a pensare che, nel mesi invernali, l'inclinazione del terreno più favorevole per i camosci sia di circa 40°. Controversa è invece la questione che riguarda la neve, sulla quale esistono teorie contrastanti e, talvolta, opposte: alcuni infatti credono che il camoscio si in grado di spostarsi tra la neve con maggiore agilità dello stambecco e che, in questo, sarebbe favorito dalla particolare forma dello zoccolo; tuttavia si pensa anche che le zone meno innevate siano preferite dagli stambecchi anche se questa ipotesi è particolarmente dibattuta e contrastata dagli studiosi.
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